Ranieri, l’ultima intervista da allenatore a Novantesimo minuto: parla l’ex allenatore della Roma
Cala il sipario sulla stagione della Roma e, contestualmente, sulla gloriosa carriera da allenatore di Claudio Ranieri. Il tecnico giallorosso, artefice di una cavalcata trionfale che ha portato la sua squadra a un passo dal sogno Champions League, ha concesso la sua ultima, toccante intervista a ‘Novantesimo minuto‘. Le sue parole, pronunciate a Marco Mazzocchi, segnano un punto definitivo: “In realtà è la prima da non allenatore: non allenerò mai più“.
Ranieri sulla Roma e il Cagliari: “Sono un Uomo Fortunato”
Ranieri ha spiegato la sua decisione di ritirarsi, che in realtà era già maturata un anno fa, dopo l’esperienza al Cagliari: “Ho deciso io perché ero sicuro di aver smesso un anno fa a Cagliari anche perché avevo chiuso in bellezza con il giusto finale. Poi mi sono arrivate delle richieste e ho iniziato a pensare e ho detto solo: mi muovo soltanto se mi chiamano Cagliari e Roma. Sono venuto volentieri ma da tifoso mi dispiaceva perché se mi avevano chiamato è perché c’erano delle difficoltà“.
Il legame con le due squadre è indissolubile e profondo: “Roma è la mia mamma, Cagliari è qualcosa di meraviglioso, sono diventato allenatore lì, se la Roma è mamma Cagliari è moglie. Sono un uomo fortunato, lo riconosco. Quello che mi hanno dato Cagliari e Roma è indescrivibile“. Parole che evidenziano l’affetto e la gratitudine per i club che hanno segnato la sua vita professionale e personale.
Ranieri: Tutte le Esperienze della Sua Carriera
Il Mister ha poi ripercorso alcune delle tappe più significative della sua lunga e variegata carriera:
- Napoli: “Ci sono stato il primo anno dopo Maradona. Dissi a Ferlaino che c’era un giocatore forte con noi: ‘Io punto su Zola’. I fatti, poi, mi hanno dato ragione”.
- Juventus: “Furono due anni molto belli. Arrivammo terzi e secondi anche se mi mandarono via a due giornate dalla fine. Ma non dirò mai a nessuno cosa successe”. Un accenno enigmatico a un episodio del passato.
- Inter: “Erano in crisi, mi chiamarono e facemmo 7 vittorie di fila. Poi Thiago Motta voleva andare al Psg, dissi a Moratti di non venderlo perché avrebbe cambiato la squadra. E così successe”.
- Leicester: “La cosa che mi è rimasta più impressa è che io abitavo in un quartiere con una grossa comunità di indiani: molti di loro venivano lì e mi ringraziavano perché grazie a quella squadra e a quella vittoria c’era stata una maggiore inclusione”. Un ricordo che va oltre il calcio, sottolineando l’impatto sociale di quella storica impresa.
Ranieri su De Rossi, il Prossimo Allenatore e Pellegrini
Infine, un’ultima riflessione sulla sua Roma e sul futuro: “Questo club ha bisogno in assoluto di condottieri in campo come in panchina?“, gli viene chiesto. “Il prossimo allenatore lo sarà? Lo vedremo soltanto vivendo. Quando si prendono degli allenatori giovani bisogna dargli tempo. I giovani vanno aiutati come doveva essere aiutato De Rossi alla Roma. Credo che con Daniele ci siano state delle incomprensioni. Non da parte dei Friedkin, ma altre incomprensioni“.
Su Dovbyk, attaccante giallorosso: “È un ragazzo che sta vivendo un periodo particolare, ricordiamoci il primo anno di Dzeko alla Roma“. Infine, un pensiero su Pellegrini: “Mi dispiace, è uno dei migliori centrocampisti italiani. Non so cosa sia successo, mi auguro si liberi di questa cappa. Per me è forte, solo lui e Lampard fanno così tanti gol. Non lo riconosco dall’altra volta, però, e mi dispiace“.