L’attaccante ucraino racconta le sue difficoltà sulla prima stagione in Serie A e poi parla del futuro
Tempo di bilanci per Artem Dovbyk in casa Roma . Il centravanti ucraino ha chiuso la sua prima stagione con la maglia giallorossa collezionando un totale di 17 gol e 4 assist (manca da giocare la partita di Torino), numeri che, sulla carta, sembrerebbero positivi. Tuttavia, le critiche nei suoi confronti non sono mancate, concentrandosi soprattutto sulle sue prestazioni, spesso considerate sottotono e al di sotto delle aspettative. Nonostante la produzione offensiva, l’ucraino non ha convinto pienamente l’ambiente romanista.
Le attenuanti, però, ci sono. L’annata travagliata vissuta a Trigoria, con gli esoneri di De Rossi e Juric, ha pesantemente influito sul rendimento di tutta la squadra, e Dovbyk non ha fatto eccezione. Tutto, in teoria, è rimandato alla prossima stagione. A tal proposito, durante il programma “Football School”, l’attaccante ha parlato proprio del suo futuro, offrendo spunti interessanti sulla sua permanenza.
La sua esperienza in Serie A
“Nel complesso, credo che per una prima stagione in Serie A, uno dei campionati più disciplinati in difesa, è stata un’esperienza preziosa,” ha dichiarato Dovbyk . “I difensori qui sono tatticamente acuti e fisicamente molto forti, il che rende difficile competere. In Spagna, ad esempio, era più facile perché i difensori a volte riuscivano a perderti e ti concedevano più tempo con la palla. Qui, ti aderiscono molto strettamente e non c’è quasi spazio libero per agire“.
La permanenza
Riguardo alla possibilità di restare a Roma, Dovbyk ha mostrato cautela ma anche una chiara indirizzata: “Non amo guardare troppo avanti. Sta per arrivare un nuovo allenatore. Se mi farà capire che sono importante per lui e che conta su di me, allora ovviamente vorrò restare. Ho un contratto quinquennale e mi trovo davvero bene qui: lo stadio, i tifosi, il supporto. Quando arriverà il nuovo tecnico, la situazione sarà più chiara“.