Il terzino ora all’Arsenal racconta il suo periodo in giallorosso
Riccardo Calafiori, il talentuoso difensore che sta brillando nell’Arsenal, si è raccontato a 360 gradi ai microfoni di Sky Sport. Un’intervista che ha ripercorso le tappe significative della sua carriera, dagli inizi nella Roma all’amicizia con Edoardo Bove, fino alla sua consacrazione in Emilia all’arrivo in Premier League. Un viaggio che ha toccato anche momenti difficili, superati con determinazione e una ritrovata serenità.
L’Amicizia con Bove e il Momento Difficile
Calafiori ha parlato della sua profonda amicizia con Edoardo Bove, compagno sin dai tempi dei giovanili della Roma : “Ho giocato con Bove, che è arrivato al mio secondo anno e oggi è uno dei miei migliori amici nel calcio“. Il difensore ha ricordato con emozione il momento in cui Bove ha avuto un malore in campo: “Quando si è sentito male ricordo che non stavo guardando la partita. Ho acceso la tv solo per sapere il risultato e ho visto che il gioco era fermo, credevo che l’avessero semplicemente rinviata. Subito dopo mi ha chiamato mia madre in lacrime, lei è tanto amica della mamma di Bove quanto lo siamo io e lui. Non capivo cosa stesse succedendo, è stata una bella botta“. Un episodio che ha scosso profondamente Calafiori , evidenziando il forte legame con il compagno.
La Sfida dell’Operazione al Ginocchio: La Rinascita Inattesa
Uno dei momenti più critici della carriera di Calafiori è stato l’infortunio al ginocchio, avvenuto a soli 16 anni. Le parole dei medici erano state drastiche: “A 16 anni, dopo la prima operazione, mi hanno detto che non sarei mai potuto tornare a giocare a calcio“. Una sentenza che il giovane Riccardo non ha voluto accettare: “Non volevo sentirla una cosa del genere. Se fosse successo 3-4 anni dopo, non sarei tornato molto probabilmente. Invece l’incoscienza di essere un bambino, quella sfida con me stesso e contro chi la pensava diversamente… Tutto ciò mi ha spinto ad andare avanti“. Una determinazione che lo ha portato a superare l’ostacolo ea riprendere il suo sogno.
La Pressione alla Roma e la Spensieratezza Ritrovata al Basilea
Il periodo alla Roma è stato un “sogno diventato realtà” per Calafiori , ma anche un’esperienza condizionata da un eccesso di pressione: “Per l’età che avevo, non mi sembrava di aver fatto male, ma vivevo le partite con troppa pressione. Ero troppo piccolo e troppo coinvolto, ricordo che ero contento solo quando l’arbitro fischiava e la gara finiva. Ora non vedo l’ora che arriva il giorno del match, non ho più ansia“.
Il trasferimento al Basilea è stato un passaggio fondamentale per la sua crescita e la sua ritrovata spensieratezza: “La verità è che quella era l’unica opzione. Io non ero convinto, ma poi ho trovato tranquillità e continuità. Sono tornato a giocare con spensieratezza“. Un percorso che ha permesso a Calafiori di ritrovare la gioia di giocare a calcio, diventando uno dei difensori più interessanti del panorama italiano e ora con le ambizioni della Premier League nel suo futuro.